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"Degli ultimi casi di Romagna" di Massimo D'Azeglio

La rivista Libro Aperto (diretta da Antonio Patuelli) in preparazione del centocinquantenario dell’Unità d’Italia sta pubblicando, a cura e con prefazione di Gianni Ravaglia, la riedizione del volume di Massimo D’Azeglio “Degli ultimi casi di Romagna”

“Degli ultimi casi di Romagna”, a giudizio di Francesco De Sanctis, rappresenta “il primo scritto politico nella storia d’Italia”. Con i testi di Gioberti “Il primato civile e morale degli italiani” e di Cesare Balbo “Delle speranze dell’Italia” forma un trittico storico letterario che, nella prima metà dell’Ottocento, contribuì in modo decisivo a diffondere l’idea dell’indipendenza e dell’Unità d’Italia anche nei ceti borghesi e aristocratici fermamente contrari alle idee rivoluzionarie mazziniane. Nel saggio di D’Azeglio, in particolare, troviamo tutti gli ingredienti etici, culturali e politici che porteranno i ceti della borghesia liberale e moderata guidati da Cavour, in uno con l’idealismo dei mazziniani, il volontariato garibaldino e le ambizioni di conquista dei Savoia,a farsi paladini del costituzionalismo liberale, a conquistare l’indipendenza nazionale e, infine, l’Unità d’Italia. Ma troviamo anche risposte puntuali alle attuali, improprie, polemiche sul Risorgimento.

Massimo D’Azeglio (Torino 24 ottobre 1798 – 15 gennaio 1866), poliedrico uomo di Stato del periodo risorgimentale, è stato scrittore, pittore oltre che uno dei più fermi interpreti del liberalismo costituzionale.

Fervente patriota, ha combattuto nelle fila dell’esercito piemontese le prime due guerre di indipendenza. Primo ministro del Regno di Sardegna dal 1849 al 1852, Senatore dal 1853, Commissario regio a Bologna, nel 1859, dopo la cacciata delle truppe pontificie, Governatore di Milano nel 1860. Tra le sue opere, oltre a “Degli ultimi casi di Romagna” del 1846, “Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta” (1833), “Nicolò de’Lapi, ovvero e Palleschi e i Piagnoni” (1841), “Proposta di un programma per l’opinione nazionale italiana” (1847), “I lutti di Lombardia” (1848), “I mieiricordi”, pubblicato postumo nel 1867.

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